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Bruno Raschi

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Borgo Val di Taro, 4 dicembre 1923 – Milano, 2 maggio 1983

Il murales di Bruno Raschi è stato eseguito da Silvia Bottali (@silviabottali su Instagram), giovane illustratrice borgotarese, diplomata alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia. Il muro che lo ospita è quello del Palazzetto dello Sport di Borgo Val di Taro, o più comunemente detto “Pala Raschi”, proprio perché dedicato all’indimenticabile giornalista sportivo borgotarese Bruno Raschi.

Grande giornalista sportivo borgotarese, un vero e proprio “cantore del ciclismo” e dello sport in generale. E’ stato per oltre vent’anni giornalista di punta della Gazzetta dello Sport di cui è stato anche vicedirettore. Seguì le Olimpiadi di Roma e si occupò di calcio e pugilato, ma legò il suo nome e gran parte della sua carriera al ciclismo che lo vide per inviato complessivamente a 30 edizioni del Giro d’Italia e 18 del Tour de France. In particolare, al Giro, era stretto collaboratore di Vincenzo Torriani e partecipava regolarmente alle puntate del Processo alla tappa curato da Sergio Zavoli.

Bruno Raschi godeva di grande rispetto e stima da parte dei colleghi, che lo soprannominarono “il Divino”. Nel 1977 ricevette il Premio Saint-Vincent per il giornalismo. Dopo la sua morte sono state pubblicate due antologie degli articoli di Bruno Raschi: Ronda di notte – Storie personaggi e fiabe del Giro e del Tour, uscita nel 1984 e ristampata nel 2013 a cura di Beppe Conti, e Bella è la sera, a cura di Giuseppe Castelnovi e Marco Pastonesi, uscita nel 2008[4] Gli sono stati intitolati il palasport di Parma (PalaRaschi) e quello di Borgo Val di Taro.

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