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Mario Tommasini

Parma, 20 luglio 1928 – Parma, 18 aprile 2006

Il murales di Mario Tommasini è stato eseguito nel mese di dicembre 2022 da Pietro Terroni, artista e tatuatore borgotarese.

Mario Tommasini, eretico per amore: forse, le parole di Bruno Rossi, suo amico da sempre, ricostruiscono meglio di ogni altra fonte, in un bellissimo libro, la storia di un grande uomo, che é stato in grado, con grandi lotte, di cambiare in meglio le sorti di tanti diseredati, di far mutare il pensiero e la sensibilità di intere generazioni.

Mario Tommasini è nato il 15 luglio 1928 in borgo Gazzola, nel cuore di Parma ed è scomparso, dopo una lunga malattia, il 18 aprile 2006, all’Ospedale Maggiore di Parma.

Il suo lungo percorso politico inizia nel 1965, quando viene eletto consigliere provinciale nelle liste del Pci e nominato assessore all’Ospedale Psichiatrico ed ai Trasporti. Inizia la battaglia che porterà alla chiusura del manicomio di Colorno, alla creazione di strutture territoriali, appartamenti protetti e comunità come la Fattoria di Vigheffio, in collaborazione con Franco Basaglia. L’esperienza di questi anni porterà alla Legge 180/1978.

Nel 1970, come membro del CdA degli Ospedale Riuniti di Parma, promuove la chiusura del brefotrofio sostenendo le madri naturali o affidando i bambini abbandonati ad altre famiglie. 980 bambini e giovani sparsi negli istituti di tutta Italia tornano in città. Nello stesso periodo si batte per l’abolizione delle classi differenziali e delle scuole speciali. L’esperienza pilota di Parma viene poi estesa a tutto il paese. Tra il 1971 e il 1974 si adopera per vuotare il Carcere Minorile della Certosa di Parma e per inserire al lavoro 225 giovani portatori di handicap, istituisce a Parma il primo Servizio di Medicina del Lavoro.

Nel 1965 viene eletto nel Consiglio Provinciale di Parma nelle liste del Pci, viene nominato assessore all’Ospedale Psichiatrico e ai Trasporti. L’8 marzo fa il suo ingresso all’Ospedale Psichiatrico di Colorno e vi trova 1200 internati in condizioni disumane, 170 infermieri e 4 medici.

Sono gli anni 1965 – 1970 del superamento dell’Ospedale Psichiatrico. Vengono attivate tre fattorie, tra le quali quella di Vigheffio, luoghi di lavoro e abitazione per i primi degenti dimessi. Alla realizzazione della fattoria collaborano centinaia di volontari provenienti non solo dalla provincia; la fattoria diviene il
simbolo di una nuova cultura della libertà.

Nel 1970 inizia la lotta per l’abolizione delle classi differenziali e delle scuole speciali; l’esperienza pilota di Parma viene poi estesa a tutto il paese. Come membro del Consiglio di Amministrazione degli Ospedali riuniti di Parma promuove la chiusura del brefotrofio sostenendo le madri naturali o affidando i
bambini abbandonati ad altre famiglie. Quasi mille bambini sparsi negli istituti di tutta Italia tornano in provincia.

Su richiesta di Mario Tommasini, nel 1971, Franco Basaglia viene chiamato a dirigere l’ospedale psichiatrico di Colorno. Inizia la collaborazione che porterà alla legge di riforma 180/78. Circa 1000 internati dell’ospedale psichiatrico vengono liberati in questi anni e ospitati in 170 appartamenti in città e 90 in provincia, vengono inoltre create numerose Cooperative di Solidarietà formate da ex degenti.

Tra 1971-73 costituisce un forte movimento che riuscirà a svuotare il carcere minorile della Certosa di Parma. Tra 1972- 1973 elabora un progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani
diversamente abili che la Comunità Economica Europea sostiene, denominandolo Progetto Pilota per l’Europa. Per la prima volta in Europa, 225 giovani disabili vengono inseriti in aziende locali. 1974 Istituisce a Parma, unico in Italia, il Servizio di Medicina del Lavoro e concorre alla realizzazione del primo consorzio di Medicina Sociale. Incarica il regista Marco Bellocchio di girare il film “Matti da slegare” , tradotto e proiettato in tutto il mondo, tranne che nei paesi socialisti. Nel 1978 è insignito del Premio Schweizer, destinato a chi si distingue nel sociale.

Nel 1980 viene nominato assessore ai Servizi sociali e alla Sanità del Comune di Parma. Promuove la realizzazione del film documentario “Gli orti dell’amore”, con la regia di Silvano Agosti. Promuove gli orti per gli anziani e istituisce il servizio di assistenza domiciliare. Ottiene dal tribunale l’affidamento di cinque ragazzi, accusati di aver ucciso un coetaneo (delitto del Federale); i giovani vivono in un appartamento seguiti da assistenti e vengono recuperati ad una vita normale. È questo il primo caso in Italia in cui si sia operata la logica del reinserimento sociale.

Nel 1982 istituisce, primo in Italia, il Minimo Garantito e gli sconti su trasporti, acqua, gas e luce erogati gratuitamente a 1500 anziani non abbienti della città. Promuove la realizzazione dei Comitato Anziani di Quartiere. Ottiene dal ministro Darida l’affidamento alla municipalità di tre detenuti politici del carcere di San Vittore. Si impegna a favore dei detenuti col movimento “Liberarsi della necessità del carcere”. Contribuisce alla fondazione della cooperativa Sirio che dà lavoro esterno a centinaia di detenuti in semilibertà. Nel 1989 riceve il premio Sant’Ilario come riconoscimento delle sue battaglie civili.

Nel 1990 è consigliere regionale per l’Emilia-Romagna, dove forma il gruppo “Nuova solidarietà“. In questi anni inizia la sua attività per il superamento delle case di riposo, e per mantenere gli anziani nelle proprie abitazioni.

Tra 1990-1995 è chiamato a realizzare progetti per la trasformazione delle strutture manicomiali per conto dell’OMS in Brasile, nell’isola di Leros in Grecia e nella Repubblica Dominicana. Al ritorno dal Brasile fonda il Comitato Emergenza Infanzia e raccoglie fondi grazie ai quali vengono costruite e attivate due case di accoglienza per ragazzi di strada, Paupau a S. Paolo, Casa Pixote a Santos. Nel 1991 elabora il progetto Esperidi il cui slogan è “Non risparmiare per la tua vecchiaia ma investi sulla vecchiaia”. Inizia così l’attività per il superamento delle case di riposo.

Nel 1995 vengono inaugurati i primi appartamenti protetti per anziani in via Olivieri. Nel 1998 si candida a Sindaco di Parma con la “Lista Tommasini”. Rieletto in consiglio comunale nel 2002, dal 2003 era direttore del Laboratorio Provinciale sulle Politiche per gli Anziani. Di recente aveva aderito alla nuova formazione della Rosa nel Pugno.

Nel 2003 viene inaugurata la comunità per anziani di Tiedoli, sorta col contributo della Fondazione Cariparma. L’esperienza di Tiedoli suscita interesse in tutta Europa e in Germania la giornalista Dorette Deutsch gira un documentario e scrive un libro edito dalla Piper di Monaco per illustrare il “nuovo mondo degli anziani”. Nel 2003 gli viene affidato il Laboratorio Provinciale sulle politiche per gli anziani.

Le case di Tiedoli

“Le case di Tiedoli” sono un progetto pilota fortemente innovativo, ma soprattutto un impegno grande rivolto alla montagna, alla sua comunità ed alla sua cultura.

E non a caso il “Progetto Tiedoli” è rivolto agli Anziani, a quella parte della popolazione senza la quale l’intera montagna – frammentata nel vivo del suo tessuto sociale dallo spopolamento – cesserebbe di esistere.

Quattro edifici, in disuso, sono stati ristrutturati al fine di ricavare un complesso di unità abitative che possono ora ospitare anziani, anche se soli, anche se non autosufficienti, quale alternativa alla casa di riposo. Vi è anche una portineria sociale 24 ore su 24 che svolgerà il servizio di assistenza domiciliare oltre alle mansioni di primo intervento. Il progetto, realizzato in collaborazione tra Comune di Borgotaro, Regione Emilia Romagna,Azienda USL di Parma, Assessorato Servizi Sociali della Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Associazione di Promozione Sociale “La montagna vive” di Tiedoli e Circolo ACLI di Tiedoli, è stato accolto con molto entusiasmo dai residenti della frazione. E non solo.

Così, da quella parte della popolazione più debole, più dimenticata, è nato un simbolo di cambiamento per tutte le frazioni abbandonate dell’Appennino: saranno gli anziani, ora, a ridare alla nostra montagna la forza per una nuova progettualità, non solamente ancorata al sociale, ma parte integrante di un rilancio economico e occupazionale, in una comunione di intenti che lega insieme il patrimonio umano, storico e naturale.

Un fil rouge che ha legato le istituzioni, le amministrazioni locali, il volontariato locale: Tiedoli è soprattutto un dialogo, per comprendere i rapporti tra la terra e la sua gente, un esempio per vedere quante cose possono essere pensate e portate a terminare se si hanno la forza e la capacità di concretizzare un sogno.

Nel 2001 nasce il progetto Tiedoli, dalla forza delle idee di Mario Tommasini, dal restauro di un cascinale e di una piccola casa a fianco, acquistati dai Tiedolesi emigrati a Londra e donati alla Parrocchia qualche anno prima, con una profetica lungimiranza, con l’obiettivo di: fare restare a casa propria gli anziani anche quando soli e gravemente non autosufficienti; di favorire il rientro degli emigrati o dei loro figli; di dare un nuovo impulso, anche se minimo, alle attività economiche.

L’idea che Mario Tommasini ha voluto realizzare con questo progetto è quella di ridare libertà alle persone anziane, di dire basta alle case protette, di liberare gli anziani dagli ospizi: creare appartamenti dove possano vivere nei loro quartieri, nei propri paesi, tra le cose e le persone della loro vita, in compagnia ed in libertà. Dimostrare che è possibile invecchiare e morire liberi, tra i propri mobili, nel proprio letto, tra le cristallerie di famiglia, le foto degli avi, i luoghi dell’infanzia e della familiarità. Decidendo quando alzarsi, quando mangiare, quando lavarsi, quando andare a letto, a che ora spegnere la luce. Rivendicando il diritto di scegliere come condurre la propria esistenza anche quando il corpo tradisce i desideri e disobbedisce al cuore e alla mente. La vecchiaia considerata non una malattia ma semplicemente una tappa della vita. Nel gennaio 2004, finalmente, “Le Case” hanno aperto le porte ai primi anziani della frazione. Le Case di Tiedoli sono rivolte a persone residenti nel comune di Borgotaro e nei comuni limitrofi (in assenza di altre strutture simili nel territorio) che desiderano trascorrere gli anni della propria pensione lontano dal centro urbano in un contesto naturale e panoramico. Per tutti i bisogni che i residenti possono desiderare dall’assistenza e cura della persona, pulizie o altro, p ossono usufruire dei servizi prestati dal Comune di Borgotaro in collaborazione con AURORA Cooperativa Sociale e con l’Associazione di Promozione Sociale “La montagna che vive” di Tiedoli e Circolo ACLI di Tiedoli che hanno il compito di “proteggere” la comunità.

Dati tecnici:
N° totale appartamenti: 7
Superficie coperta: 180 mq
Superficie appartamenti: 360 mq
Superficie totale area di intervento: 800 mq

La lettera di Mario Tommasini a Prodi


http://www.mariotommasini.it/
Alcuni articoli, pubblicati su Valtaro.it
http://www.valtaro.it/mario_tommasini/
www.valtaro.it/case_tiedoli2005/
www.valtaro.it/tiedoli2004/
www.valtaro.it/tiedoli2003/
www.valtaro.it/tiedolicastagne/
www.valtaro.it/tiedoli/

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