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Rosetta Solari

Borgotaro, 20 agosto 1918- Bloomington, 20 luglio 2007

Il murales di Rosetta Solari è stato eseguito da Gian Piero Lamanna nel mese di settembre. Gian Piero (disegno a mano libera e poi con il disegno digitale in 3D e successivamente con la modellazione grafica) è un giovane architetto borgotarese appassionato di disegno, disegno digitale in 3D e modellazione grafica.


Partigiana scrittrice, poetessa combattente della Valtaro, appartenente alla Prima Brigata Julia, nonché vera voce della Brigata, grazie all’importante pubblicazione Una storia Breve. Ricordi di una ragazza partigiana, Mup Editore, 2006 e della poesia Attesa di donne, scritta all’indomani della Liberazione.

Concluse le scuole primarie, raggiunge una sorella in Scozia dove frequenta le scuole secondarie, presso la Montrose Academy. Ritornata in Italia affronta come privatista l’esame di abilitazione magistrale. Successivamente si iscrive alla Facoltà di Lingue moderne e letteratura americana dell’Università Ca Foscari di Venezia. L’8 settembre del 1943 è a Borgotaro. I suoi fratelli entrano
nelle formazioni partigiane ed assumeranno i nomi di battaglia di Gek e Aldo. Entrambi rivestiranno cariche di comando nelle Brigate di appartenenza. Nel Marzo del 1944, i fascisti della Repubblica di Salò si presentano a casa sua per arrestare suo fratello Eugenio. Non trovandolo, arrestano Rosetta chiudendola nelle celle delle carceri di San Francesco di Parma per 40 giorni.

Dopo essere stata liberata, Rosetta si unisce ai fratelli, che facevano parte delle prime formazioni partigiane a Tomba vicino al crinale del Monte Penna. Quando i Partigiani Borgotaresi hanno lasciato Tomba e il Monte Penna per portarsi ai Linari di Baselica con il Gruppo Molinatico ha seguito questa
formazione assieme al fratello Giuseppe(GEK).

È in questo modo che entra nelle fila della neonata prima brigata Julia, spostandosi a Ermeleto sopra a Caffaraccia. Nella formazione ha ricoperto il grado di Commissario Politico di Distaccamento. Partecipa alla guerra partigiana con il nome di battaglia di Rosetta e, nonostante i disagi, le traversie e i pericoli che la vita partigiana comporta, in modo particolare per una donna, trova il tempo di annotare tutto ciò che vede e sente.

Ha partecipato alla Liberazione di Borgotaro iniziata l’8 aprile 1945 e terminata con la resa del Comando Tedesco posto all’interno di Palazzo Ustacchini e di tutti i distaccamenti Tedeschi dei caselli ferroviari e della stazione ferroviaria di Borgotaro avvenuta in tarda serata del 9 aprile 1945. Durante l’attacco al Comando Tedesco asserragliato all’interno del Palazzo Ustacchini intimava la resa alle truppe Tedesche nella loro lingua.

Ha partecipato al rastrellamento e cattura dei Tedeschi sbandati a Parma dalla via Emilia sino al Po, dopo il 25 aprile sino al giorno della sfilata a Parma. Durante le operazioni di rastrellamento di quei giorni ha incontrato i coniugi Granello di Castel Guelfo conosciuti durante il periodo di detenzione nel
carcere di S. Francesco.

Dagli appunti presi durante la militanza partigiana, nasce Una storia breve. Ricordi di una ragazza partigiana, una testimonianza preziosa con la quale Rosetta ha saputo non solo descrivere i fatti e gli episodi vissuti, ma anche “cogliere gli uomini come sono”, vale a dire descrivere intimamente i propri compagni di lotta. Una storia breve. Ricordi di una ragazza partigiana, è stato pubblicato l’anno prima della sua morte, nel 2006. Interessante sapere tuttavia che nel 1989 le prime memorie di Rosetta partigiana, che poi confluiranno in questo libro, erano intitolate Vestire gli ignudi, come l’opera di Pirandello, degli anni Venti, che racconta di una donna che si sente un nulla, pensa di non valere niente, e si dà la maschera che gli altri le mettono addosso: è quella crisi di identità, quell’insicurezza che caratterizza il vissuto di molte donne, in cui ci possiamo specchiare tutte, purtroppo, tante volte, anche oggi.

In Una storia breve si trova la rielaborazione dell’esperienza partigiana: «Che cosa vuol dire essere partigiana? Significa far parte di un gruppo e condividerne il rancio, l’idea e il senso della fratellanza. Vuol dire dormire con le scarpe ai piedi, molto spesso sulla paglia o il fieno, lavarsi in uno stambugio con l’odore brutto delle capre e delle pecore. Mettersi in linea per ricevere il mestolo di rancio e la pagnotta. Vuol dire essere convinti che il mondo è messo insieme malamente e sentirsi forti a sufficienza, insieme e uniti, per scombussolarlo un po’ e resistere al prepotente. Vuol dire credere che un ordine nuovo sia possibile e cioè avere delusioni e illusioni. Fare la partigiana vuol dire tremare di paura durante il rastrellamento, ascoltare il suono della notte, delle foglie, l’abbaiare di un cane e fissare il buio che all’improvviso si è popolato di fantasmi e di minacce. Seguire un sentiero che può essere quello sbagliato e l’ultimo. Sentirsi nuda e scoperta nel biancore della neve. E vuole anche dire cercare e seppellire i morti.»

Per essi, a Liberazione avvenuta, scriverà la poesia Attesa di donne, nella quale trasfonde l’incontenibile entusiasmo dei suoi sentimenti. A guerra finita ritorna a Venezia dove porta a termine gli studi e consegue la laurea. In seguito, viene assunta come bibliotecaria alla scuola dell’Esercito americano ove fonda un Club Italo-Americano e dove conosce il suo futuro marito.

Attesa di donne, maggio 1945
Vi abbiamo aspettato
quaggiù,

per strade deserte nel Borgo.
Vi abbiamo seguito con occhi gelosi,
con cieca fiducia,
con ansia amorosa,
con mani materne.

Vi abbiamo seguito
nel sonno
pesante
sul vostro giacilio
di foglie seccate,
di spine,
di un letto
di foglie autunnali,
di un tetto
di travi tarlati
e ineguali.

In notti stellate
abbiamo sentito
le vostre canzoni
nel cuore
nell’ora dei sogni

Lontani eravate!
Mistero nascosto
la vostra dimora;
speranza differta
la vostra venuta,

Vi abbiamo aspettato!
Un pianto d’attesa
nei vuoti vitali,
passeggi serali
deserti
di vita, per noi!

Linari
fra nebbie
la luna fra i rami
odore di vento: un’ebbrezza
di luce
di sole
lassù:
di gloria. Per voi!

Per noi, un’eco
soltanto
un’ombra la sera
la nostra persona
per strade deserte
del Borgo.

L’attesa soltanto!
E siete venuti
cantando,
e avete sorriso
barbuti.

E abbiamo tremato
di gioia,
noi, piccole donne
che tanto spettammo
abbiamo tremato.

Ed ebbre
di luce
anche noi
abbiamo sentito
la forza
del vostro sorriso!

La morte,
la vita,
negli occhi avevate.
Sofferto!
Perduto!

La neve,
l’inverno,
l’insidia nascosta,
nel vostro sorriso
avevate:
la gloria!

Ed ora
per vuoti viali
la gioia è tornata
con voi,
la pace,
la vita.

Campane serali,
chiudete
la bella giornata
“Sia pace!
Sia Pace, mortali tra voi!

La vita sia amore
fraterno,
la patria
sorriso di madre!
Sia luce d’amore
la morte!”

Gli eventi

A Rosetta è stato di recente dedicato il videoracconto Rosetta SolariUna ragazza partigiana, che prevede la proiezione di 6 video, realizzati con la tecnica dello stop motion, intrecciati ai racconti sulla vita e sulla Resistenza di Rosetta Solari, partigiana della prima brigata Julia.

rosetta-solari-borgotaro

Il murales

Il murales di Rosetta è stato elaborato da Gian Piero Lamanna per celebrare la partigiana combattente e per valorizzare, grazie a questa importante figura storica, un luogo di Borgo Val di Taro. Gian Piero ha scelto di rappresentare Rosetta innanzitutto come combattente, ha infatti scelto di dipingerla “armata”; come combattente per la libertà, per questo dal suo fucile escono principalmente farfalle, ma soprattutto di dipingere il suo lato più femminile, che emerge dal Diario Una storia breve soprattutto nella narrazione della difficoltà di essere una donna in una banda di uomini.

Il murales di Lamanna è stato scelto anche come copertina del Premio La Quara 2023 titolato “Le mille e una libertà” che, per un Comune insignito della medaglia d’oro al Valor Militare come Borgotaro, significa soprattutto libertà dal nazifascismo, libertà partigiana.

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